QUI TROVATE LE FOTO SLIDE DELLA MARCIA PER LA PACE PERUGIA-ASSISI
VOLANTINO
VOLANTINO PDF IL COMITATO AZIONE RD CONGO 2011 DI CUI ANCHE SOLIDARITE' NORD SUD FA PARTE PARTECIPA ALLA MARCIA DELLA PACE PERUGIA-ASSISI
Come tutti sapete il 16 u.s. siamo andati ad incontrare John Mpaliza che arrivava a San Pietro dopo aver camminato da Reggio Emilia a Roma a piedi per la Pace in Congo. Sapete anche che il mio incontro con John era recente e sul web, non lo conoscevo di persona avevo saputo di lui e della sua marcia in questi ultimi giorni. Anche se già dai contatti avuti qui mi aveva colpito molto positivamente nella sua determinazione ed umanità, devo dire che conoscerlo non mi ha affatto deluso, anzi!
Credo di aver trovato un amico con cui pensare veramente - insieme a tutti voi ed a tutti gli amici del Congo - a trovare e mettere in atto strategie di pace e sviluppo per il Congo e l’Africa tutta.
Bene, eppure molti (e lo ammetto anch’io qualche volta) si chiedono “Ma che senso ha, a cosa serve che una persona si faccia più di 300 km a piedi? Ha un senso concreto? Un’efficacia? Un significato solo simbolico?”
In questi giorni credo di aver potuto verificare che marciare per tanti km. ha sicuramente una dimensione materiale, umana e simbolica molto importante.
Ascoltando le “storie” di John, i suoi incontri lungo la strada che lo ha portato fino a noi, i contatti che riusciva ad avere, che fosse l’accoglienza umana di sconosciuti o contatti più “istituzionali” ti rendi conto del significato anche “concreto” di questa sua azione “solitaria”. In fondo - ho pensato - io stessa da quando l’avevo avvicinato la prima volta e - dunque - in pochi giorni ero rimasta coinvolta (e non solo emotivamente anche se certo ci vorrà il tempo per eleborare...) e - quel che più conta - sono rimaste coinvolte molte persone che fino allora non sapevano forse neppure dell’esistenza di questa “guerra silenziosa” in Congo.
Credo dunque che il passaggio di John lungo tutti quei chilometri abbia creato tanta condivisione su un dramma fino allora sconosciuto.
Il che è sicuramente un importante obiettivo realizzato.
Certo ci si può chiedere: e tutto questo a cosa porta? Cosa può apportare alla lotta per la pace in Congo, alla cessazione delle violenze e degli stupri, al raggiungimento per il Congo di una dignità di Stato nazionale veramente indipendente e capace di sviluppo......?
Beh la prima cosa che mi salta agli occhi è che - già io nel mio piccolo - ho toccato con mano che solo 20 giorni fa, quando abbiamo aperto questo gruppo, ero molto dubbiosa perchè profondamente convinta della necessità che la diaspora congolese in Italia partecipasse in prima persona al gruppo ed alle sue iniziative ma fino allora avevo incontrato - almeno in Italia - alcune difficoltà, anche materiali nel contattarla e coinvolgerla.
Bene la rete certo aiuta molto in questo e sicuramente uno dei risultati del coinvolgimento su questo evento è stato che oggi ho tanti amici congolesi in Italia.......e spero di averli anche in questo gruppo per condividere la voglia di cambiamento reale del Congo, dell’Africa e del Mondo tutto........
Cambiamento che a partire proprio da un tema e da un dramma che più di tutti - a mio parere - significa come moralmente e culturalmente il Congo e l’Africa tutta sia stata “violentata” e debba invece trovare e ri-trovare quel suo percorso abbandonando la strada “intrapresa” o meglio (a mio avviso) impostale.
Credo anche fermamente che il cambiamento di questo sistema “mortifero” può venire solo con una presa di coscienza da parte di tutti e tale da poterlo imporre, certo. E questo richiede l’UNITA’ di tutte le forze che vogliono veramente questo cambiamento al di là delle divisioni più o meno artificiose.
La Marcia di John è dunque importantissima ma certo va ascritta in un percorso che deve essere ancora ben definito ma che deve proseguire in molte iniziative che tengano alta l’attenzione su questi temi e che coinvolgano tutte le forze sinceramente interessate alla Pace ed allo sviluppo “equilibrato” del mondo.
La giornata del 16 è stata “funestata” a mio parere da due episodi che sono credo legati a quanto sto dicendo e che ritengo utile riferirvi. Legati perchè credo siano manifestazione di quella cultura che io definisco “mortifera” e che significa “escludere” piuttosto che accogliere, aver paura piuttosto che vivere, consumare piuttosto che dedicarsi ad “esprimere” ed a “vivere” e, dunque, reprimere piuttosto che “risolvere” e potrei proseguire all’infinito. Cultura di cui tutti in fondo siamo schiavi e spesso inconsapevoli.
Come sapete l’appuntamento con John era a San Pietro. Il gruppo che è venuto ad accoglierlo era di qualche decina di persone e John era “armato” del suo zaino (con cui aveva viaggiato per tutti questi giorni) e di due bandiere (la bandiera del Congo e quella della Pace) e due striscioni che chiedevano Pace per il Congo. (v. foto)
Dopo pochi minuti che abbiamo aperto lo striscione con le bandiere sono arrivati (in gruppo consistente circa 5 appartenenti alla Polizia di Stato compreso un ufficiale ) probabilmente in servizio sulla Piazza dello Stato Città del Vaticano e, con modi a parer loro educati ma a mio parere formalmente educati certo ma espressione forse di quella cultura di cui sopra...., hanno chiuso striscioni e bandiere e lì è iniziata una “piccola e più o meno pacata “ discussione sulla quale non mi soffermo. Hanno identificato John (a dire il vero anche me...) e nonostante spiegazioni sui motivi per cui stavamo là, su cosa aveva fatto John etc.... non abbiamo potuto continuare a stare in Piazza San Pietro a manifestare per la Pace in Congo e siamo dovuti uscire dalla Piazza.
E‘ doveroso dire che gli organizzatori non avevano pensato (sbagliando, per carità in termini formali) a chiedere l’autorizzazione considerando fosse un sit-in di accoglienza a San Pietro dove normalmente loro vanno anche le domeniche. Ma quello che si vuole discutere qui è la scarsa capacità di chi gestisce le forze dell’ordine di comprendere ed applicare quel ruolo che una polizia in uno Stato democratico e costituzionale dovrebbe avere ovvero di fedeltà a quel vincolo dei valori costituzionali per un ruolo di prevenzione e per far prevalere la cultura dell’accoglienza e non della repressione.
Ancor più grave - in questo senso - è stato a mio parere quanto accaduto fuori dalle Mura Vaticane. John era sceso dalla Radio Vaticana dove aveva rilasciato un’intervista e, dunque, eravamo fermi là sotto come semplice gruppo di persone (avendo chiuso tutti gli striscioni e bandiere) e John con il suo zaino (all’esterno del quale aveva appeso “le bandiere stesse”) stava parlando al cellulare. E‘ arrivata una macchina della G.d.F. dalla quale scendono in tre finanzieri avanzando con un fare un pò “indagatore” (?) e l’altro in macchina fa marcia indietro e ritorna come quasi a preparasi ad una manovra non so bene di che tipo. Chiedono a me (che ero vicino a John ) se LUI era con me, alle mie richieste di capire cosa volessero mi chiede se siamo un gruppo o cosa ( ??) e poi mi chiarisce chiedendomi se è un tour guidato....Gli dico che siamo un gruppo di “Persone” ma evidentemente sfuggendogli il concetto.... si rivolge finalmente a John e gli chiede cosa vende.........
Non voglio e non posso (per problemi di spazio e diventerei noiosa...) entrare nei particolari successivi, quello che mi interessa è rilevare come Roma e la Città Stato del Vaticano che dovrebbero simboleggiare ed onorare più di altri forse l’accoglienza di un uomo di Pace e l’accoglienza in genere abbiano dimostrato - a mio parere - di essere succubi di quella cultura mortifera di cui sopra parlavo.
Ma c’è tanto da fare dunque..........!!
Con John in questi giorni abbiamo certamente affrontato tanti temi, ho conosciuto altri amici congolesi e spero presto di potervi aggiornare su iniziative da intraprendere.
Per adesso vi chiedo ancora una volta - e ve lo chiederò all’infinito - di cercare di diffondere il più possibile le idee e gli obiettivi di questo gruppo, informare su quanto succede in Congo, sensibilizzare e cercare condivisione. Insomma fate girare i link del gruppo (e quello del gruppo stesso) qui su FB. Invitate amici che ritenete sensibili al tema.
Per ora grazie a tutti di quanto avete fatto finora (e lo dico sul serio non per pura formalità, veramente in 20 giorni abbiamo avuto un riscontro ed un coinvolgimento che onestamente non mi aspettavo.......) e continuiamo ad andare avanti.......!!
Rosalba Calabretta
“Solidarité Nord-Sud”
Gruppo su facebook "RD CONGO.CAPITALE DELLO STUPRO.BASTA! E' UN CRIMINE CHE VA FERMATO"
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