Inauguriamo questa pagina nella quale pubblicheremo alcuni contributi inerenti problematiche che interessano l'Africa, gli africani e gli africani della diaspora: il suo sviluppo , la sua indipendenza, il razzismo e quant'altro.
La inauguriamo con alcuni documenti che trattano di un evento che in Francia ha avuto ed ha molto rilievo all'interno della diaspora africana che sta vivendo le conseguenze di quella sorta di rigurgito razzista di cui anche da noi abbiamo sentore......e questo non a caso. In Italia non se n'è parlato molto (come spesso accade) ma riteniamo che i temi ad esso legati e le risposte che sono state date interessano tutti coloro che desiderano e lottano per un vero riscatto e rinascita dell'Africa stessa.
Qui sotto la lettera che ci è stata trasmessa dall'associazione
Solidarité Africaine de France nella persona del suo Presidente con una premessa nella quale la nostra associazione esprime il proprio avviso e le proprie preoccupazioni......
Seguono poi altre prese di posizione che condividiamo......
IL CASO DIEUDONNE’ IN FRANCIA DEVE FARCI RIFLETTERE........TUTTI!!
Ricevo una nota firmata dal Presidente dell’Associazione Solidarité Africaine de France che volentieri condivido, traduco e vorrei diffondere considerata la rilevanza peraltro del tema in questione.
Perché infatti, c’è da chiedersi, tutta questa campagna mediatica e perché questo attacco dunque furioso verso un umorista nella patria della libertà di pensiero? Perché si arriva ad orchestrare un linciaggio verso un umorista? “Ci manca - scriveva qualcuno oggi - l’accusa di cannibalismo e siamo all’en plein!
Perché costruire su niente (su un gesto) tutto questo can can, un gesto che gli stessi “accusatori” decidono essere antisemita (
quando Mai e poi mai come tale. è stato proposto dall’autore...) e - si dice - dunque nazista (!!?)
Prendere lucciole per lanterne e far dimenticare la natura stessa delle lanterne....
Stiamo in un momento storico geostrategicamente importante ed in gran “movimento”....effetto o causa della cosiddetta crisi.... in cui l’uso delle religioni ha pienamente ben sostituito l’arma delle divisioni etniche (quelle che secondo il vocabolario occidentale derivano da quella parolaccia che è il “comunitarismo africano”.....!!) e dove Israele e i paesi ricchi del Golfo alleati con l’imperialismo occidentale (e siamo all’assurdo evidente ma sembra che non si hanno occhi per vedere) sono gli attori principali.....
(link ad un video che ha per titolo “La repubblica francese d’Israele”:
http://www.dailymotion.com/video/xnz95i_la-republique-francaise-d-israel_news?start=161)
Vorrei ricordare che stiamo assistendo non solo in Africa ma in Medio Oriente al tentativo di ridisegnarne la carta geografica (Irak Siria Libano Iran....) attraverso l’uso e il “non uso” (i francesi parlano di “pompier/pyroman ma anche da noi si usava....una volta!) e che il tentativo più spudorato in questo contesto è stato recentemente bloccato dall’intervento della Russia che ha peraltro subito recentemente un rigurgito di attentati “terroristici” ai quali Putin ha però risposto con chiare parole di denuncia contro l’Arabia saudita.
In questi giorni è girato un filmato (non smentito!) dove si vede il Ministro degli interni francese (il grande accusatore di Dieudonné) che - credendosi “fuori camera” - ha detto “Bisogna essere intransigenti....del resto Dieudonné è finanziato dall’Iran....”.....
Dunque forse qui troviamo la chiave per capire la
confusione voluta e pericolosissima tra “antisionismo” e “antisemitismo” che .......viene avvallata da tutto il mondo “impazzito” - a mio avviso - della sinistra....
Numerosi ebrei in Francia hanno denunciato o si sono voluti dissociare dal clima di terrore imposto dal sionismo..... “Sono anni che il sionismo tenta di imporre con la forza il suo punto di vista all’insieme della comunità ebraica” ....... “e ciò che è peggio - denunciano - ... è che più di recente si sta favorendo un clima deleterio e pericoloso e occorre far conoscere che gli ebrei non sono in alcun modo associabili a dei sionisti fanatici che impongono i loro interessi di ebrei di Francia ma ben al contrario! .........noi invitiamo a desolidarizzarsi dal fascismo sionista.
Noi invitiamo ognuno ad agire al fine di spezzare l’amalgama fabbricato e nefasto tra due nozioni che solo i sionisti vogliono sposare per forza: giudaismo e sionismo...di un sionismo fascistizzante e portatore di odio sull’insieme della comunità ebraica che al contrario vuole pace e sicurezza” ......”
Dappertutto dove l’antisemitismo non esiste, il sionismo lo fabbrica” ( cfr.
http://www.egaliteetreconciliation.fr/Des-juifs-de-France-denoncent-la-LICRA-et-les-officines-sionistes-qui-les-mettent-en-danger-22505.html)
Dunque c’è da chiedersi - e veramente vorrei che qualcuno me lo spiegasse - non cosa si nasconde dietro a questo attacco ridicolo se non fosse tragico...ad un umorista per un gesto che da secoli è utilizzato...(come spiega anche la lettera del SAF..) perché personalmente credo di averlo “intuito” ...quello che mi chiedo è cosa si nasconde dietro all’apparentamento con l’attacco all’umorista da parte di tutte quelle forze, partiti, associazioni, etc etc che poi si dicono antisistema... senza dare a questa parola forzatamente un significato “sovversivo” o che...ma semplicemente di
volontà di cambiare questo sistema che fabbrica ghetti, che organizza genocidi nei paesi dove vuol meglio sfruttare che impone dittature per meglio sfruttare e vuole anche insegnar loro la democrazia che parla di stato di diritto e impone o commette crimini che non devono poi essere neppure riconosciuti come tali, che ama tanto i bambini ma dà l’immunità a pedofili o “armatori” di bambini..., e potrei continuare per ore purtroppo...ma veramente ho letto e continuo a leggere delle prese di posizione che mi fanno pensare o, meglio, mi confermano malauguratamente che - chissà perché - quando trattasi di Africa (“bel suo d’amore”?) il cervello dell’occidentale (in tutte e due le parti, sinistra e destra.....!!) sembra non riuscire più a funzionare!
E questo è ancor più grave perché reitera un comportamento complice di gran parte dell’intellighentia e dei partiti o movimenti o quant’altro che ebbero il cervello in tilt nella stessa misura e modalità.... all’alba del colonialismo e di tutto quanto ne conseguì.....!
E certo altra conferma mi è data dalle fughe di fronte al nostro lavoro proteso proprio a “mettere in discussione” quella cultura e quei valori che sono alla base di questo sistema e che - dunque - con molta umiltà si dovrebbe capire un concetto molto semplice.... “occorre rivisitare qui valori e quella cultura per cambiare quel sistema” sembra semplice no? almeno capirlo.....!! Altrimenti reiterare comportamenti ed errori storici non è solo cecità ma diabolica responsabilità!
Lascio la parola al Presidente dell’Associazione Solidarité Africaine de France.
Gli attacchi contro Dieudonné, manifestazione di un razzismo alla francese (camuffato)
Un Consiglio dei Ministri per discutere del caso Dieudonné, un tete a tete tra il Capo si Stato ed il suo Ministro dell’Interno per una “quenelle” mimata da Dieudonné, umorista nero che da molti anni si cerca di abbattere sia professionalmente che socialmente.
Nella mia qualità di Presidente di Solidarité Africana di Francia, condanno ogni tipo di discriminazione da qualsiasi parte essa venga che non può che nuocere all’unità ed all’integrazione nazionale.
Considerato d’ufficio come antisemita quando lui stesso (Dieudonné) si dice antisionista, alcuni sindaci di Francia, in particolare quelli delle città di Nantes e di Limoges, considerano già di vietare i suoi spettacoli nelle loro circoscrizioni per questa ragione.
Insomma un bel mondo per arrivare ad una nuova qualificazione giuridica dei propositi umoristici di Dieudonné concernenti certi ebrei; o esaminare la sorte da riservare professionalmente ad un umorista etnologo. Ora si sa che il proposito ed anche il privilegio di questo mestiere è di provocare, di sfidare su dei soggetti che interessano una società. L’arte che consiste a prendersi gioco dei drammi e tragedie umane.
Bisogna dire che le condanne lanciate e le azioni giudiziarie di cui è oggetto da un bel pò di tempo non hanno intaccato l’ardore professionale di questo umorista che si è sempre ispirato a storie delle comunità. Ricordiamo che per tutti i processi che lui ha subito, è stato rilasciato più di 20 volte.
Utilizzando la quenelle che è considerata come un segno della sua opposizione al “sistema”, Dieudonné non ha usato altro che la libertà di espressione che la Corte dei diritti dell’uomo considera come “valida non soltanto per le informazioni o idee accolte con favore o considerate come inoffensive o indifferenti, ma anche per quelle che urtano, scioccano o preoccupano i poteri pubblici o una parte della popolazione. E’ questo il pluralismo, la tolleranza e lo spirito di apertura senza i quali non vi è società democratica”
Se ci interroghiamo sulle conseguenze dei propositi antisionisti di Dieudonné, si scopre che i propositi qualificati “d’incitazione all’odio razziale” non hanno mai suscitato alcun atto di violenza o di odio reale; che essi non contribuiscono ad altro che a far ridere il suo auditorio. Gli storici, gli autori come Joseph Kessel per esempio (“Le mani del miracolo”) che evocano la guerra e la Shoah non raccomandano di banalizzare sufficientemente il soggetto per farlo condividere ed evitare che si dimentichino gli orrori della deportazione? L’umorista non fa altro che inscriversi in questo percorso.
In realtà il problema è ben altro. Da quando l’umorista ha fatto la scelta di attrarre l’attenzione sulla necessità di riservare lo stesso trattamento alle vittime della Shoah ed a quelle della “Tratta degli esseri umani deportati dall’Africa alle Americhe così come in Europa, ad opera dei paesi occidentali tra cui la Francia”, Dieudonné è diventato un personaggio poco frequentabile, meno attraente per l’industria dello spettacolo.
Per fortuna lui si è organizzato per prodursi da solo.
Insistendo su questo terreno sinuoso malgrado gli avvertimenti, Dieudonné ha fatto concentrare su di sé l’odio, il razzismo che molti in Francia nutrono verso i “neri”.
Il problema Dieudonné, espressione palese del Razzismo alla Francese
E si, c’è un razzismo profondo in Francia nei riguardi della popolazione di tipo nero anche se alcuni provenienti dal “metissage” e se questo razzismo si esprime in maniera deviata. Questa storia mette ancora in evidenza questa realtà Francese.
In settembre scorso, il Ministro dell’interno è stato fotografato in compagnia di adolescenti di cui alcuni posavano col gesto della quenelle. Questo non ha scioccato nessuno. Tre mesi più tardi Dieudonné rifà questo gesto che egli imita da più di sei anni e questo fa scoppiare lo scandalo. Gesto effettuato da migliaia di anni in particolare dagli Incas e dagli Egiziani.
Nel febbraio 2013 un calciatore di Montpellier fa il gesto della quenelle dopo aver segnato un goal; è bastato che Anelka facesse lo stesso gesto perché venisse richiesta l’applicazione di sanzioni nei suoi confronti. Il calciatore di Montpellier è “bianco” e Anelka è “nero”. Bisogna ancora interrogarsi sul perché di una tale disparità di trattamento per lo stesso gesto fatto da due calciatori che si distinguono solo per la quantità di melanina?
La cosa più drammatica non è tanto che questo umorista sia oggetto di un razzismo che non si nasconde più; il vero problema è che lui non è ufficialmente sostenuto dalle popolazioni nere. In effetti,
in una società dove da mezzo secolo l’appartenenza etnica assunta permette di proteggersi contro i processi “a la Dreyfus” si può deplorare che l’assenza di un organizzazione solidale e collettiva sia un ostacolo a questa identificazione salvatrice.
Per un organizzazione solidale collettiva Nera, unico contropotere al razzismo compulsivo
In seno a Solidarité Africaine di Francia (SAF) ed all’interno del CRAN “noi militiamo perché questa organizzazione collettiva si metta in piedi in una società in continuo cambiamento” Ci dice Guy Samuel NYOUMSI, presidente di SAF.
Non sono gli ingredienti per costituire questa organizzazione che mancano: deportazione, spostamento delle popolazioni, sottomissione storica ed ideologica, sofferenza post-schiavismo e post coloniale”; ecco alcuni elementi della piattaforma nella quale gli uni e gli altri possono riconoscere la loro appartenenza comune.
Solidarizzare per proteggersi da una società sempre più mondializzata.
A coloro che potrebbero obiettare che si tratta di razzismo all’incontrario, noi rispondiamo oggi con una ferma smentita. Si tratta di unirsi a colui che ha la stessa storia sia per proteggersi ed essere più forte e sia per pesare sui comportamenti e le considerazioni.
Gli Arabi appoggiandosi sulla loro religione lo fanno già da molto tempo. La comunità ebraica ha saputo farlo attraverso il mondo. Gli asiatici ed in particolare i Cinesi sanno preservare la loro unità ed i loro interessi dovunque si trovano nel pianeta.
Gli occidentali sono molto solidali in ragione dell’ethos che lega le popolazioni tra loro. Il Nero che sia d’Asia, che sia d’America, d’Africa o d’Europa ne guadagnerebbe e deve apprendere a farlo. Ne va della sua sopravvivenza in una società mondializzata dove lo slogan “E’ vietato vietare” può condurre alle derive più folli. Questa solidarietà è più che mai necessaria per esistere di fronte ad altri gruppi sociali.
Solidarité Africaine de France insieme al CRAN militano affinché questa solidarietà organizzata che dà ai popoli che condividono una stessa storia possa risvegliare le coscienze nere.
Noi ci rivolgiamo agli intellettuali, agli artisti d’Africa e d’Europa per sostenerli; noi interpelliamo i capi degli Stati Africani perché possano apportare loro aiuto.
Ma in maniera più immediata noi invitiamo gli artisti francesi tutti a sostenere uno di loro che è professionalmente minacciato nella sua libertà d’espressione.
Guy Samuel NYOUMSI
Président de Solidarité Africaine de France
Vice-président du CRAN
[email protected]
Sito web:
http://www.s-af.org/modules/news/article.php?storyid=5
Rinviamo qui ad un piccolo album di foto da noi pubblicato su FB.......
https://www.facebook.com/media/set/?set=a.10201465280613779.1073741841.1228596662&type=1&l=e481edac99
Un articolo di un autorevole gornalista americana:
Diana Johnstone
La polemica per metter la museruola a Dieudonné M'Bala M'Bala
I Media tradizionali francesi e politici stanno iniziando il nuovo anno con una risoluzione condivisa da tutti loro per il 2014: azzittire per sempre un comico franco- africano che sta diventando troppo popolare tra i giovani.
Tra Natale e Capodanno, niente meno che il Presidente della Repubblica, François Hollande, in visita d'affari (e grandi, pure) in Arabia Saudita, ha detto che il suo governo deve trovare un modo per vietare gli spettacoli del comico Dieudonné M'Bala M'Bala, come richiesto dal ministro degli Interni, Manuel Valls.
Il leader del partito di opposizione conservatore, UMP, Jean-François Copé, è subito intervenuto con il suo "pieno sostegno" per mettere a tacere l'intrattenitore ingestibile.
Nel coro unanime dei media, il settimanale Nouvel Observateur esce con un editoriale che definisce Dieudonné "già morto, spazzato via e sepolto”. I giornalisti pubblicamente han discusso se fosse una tattica migliore cercare di mandarlo in galera per "incitamento all'odio razziale" e chiudere i suoi spettacoli per motivi di "minaccia per l'ordine pubblico", oppure fare pressione sui municipi minacciandoli di tagli ai sussidi per la cultura se gli permettono di esibirsi.
L'obiettivo del capo della polizia nazionale Manuel Valls è chiaro, ma sono i poteri esecutivi che brancolano per il metodo da adottare.
Il cliché sprezzante ripete fino alla nausea che "Dieudonné non fa più ridere nessuno".
In realtà è vero il contrario. E proprio qui sta il problema. Nel suo recente tour delle città francesi, i video mostrano grandi teatri zeppi e ruggenti di risate col loro umorista preferito. Lui poi ha reso popolare un semplice gesto, che si chiama la "quenelle". Viene imitato dai giovani in tutta la Francia. E' semplice e ovviamente significa, 'siamo stufi'.
Per inventare un pretesto per distruggere Dieudonné, le principali organizzazioni ebraiche CRIF (Conseil des représentatif Istituzioni Juives de France, l'AIPAC francese) e Licra (Ligue internationale contre le racisme et l'antisémitisme, che gode di particolari privilegi nel diritto francese) se ne sono usciti con un fantasioso marchio per Dieudonné e seguaci come dei "nazisti". La quenelle è fin troppo ovviamente un gesto volgare che significa grosso modo "fìccatelo su per il..." , con una mano posta nella parte superiore del braccio verso il basso per indicare "quanto in su" devi ficcartelo.
Ma per il CRIF e LICRA, la quenelle è "un saluto nazista al contrario!" . (Non si può mai essere troppo zelanti quando si cerca l'Hitler nascosto..) Come qualcuno ha osservato, "un saluto nazista al contrario" potrebbe allora essere considerato anti-nazista, se davvero avesse a che fare con Heil Hitler. Il che non è così, chiaramente.
Ma i media del mondo stanno prendendo per buona questa affermazione, se non altro sottolineando che "alcuni considerano la quenelle come un saluto nazista invertito". Non importa che chi lo usa non ha alcun dubbio su ciò che significa: 'Fot -- il sistema!' Ma fino a che punto si posson considerare CRIF e LICRA come"sistema"?
La Francia ha bisogno di tutte le risate possibili
L'industria francese sta scomparendo, con chiusure di fabbriche settimana dopo settimana. Le imposte sui cittadini a basso reddito sono in aumento, tutto per salvare le banche e l'euro. La disillusione con l'Unione europea è in crescita. Le norme UE vietano qualsiasi serio sforzo per migliorare l'economia francese. Nel frattempo, i politici di sinistra e destra continuano i loro discorsi vuoti, pieni di luoghi comuni sui "diritti umani" - in gran parte come scusa per andare in guerra in Medio Oriente o sbraitare contro Cina e Russia. L'indice di gradimento del presidente Hollande è sprofondato al 15%. Comunque le persone votino, avranno le stesse politiche Made in EU.
Perché allora i politici al potere stanno concentrando la loro ira su "l'umorista di maggior talento della sua generazione" (come i suoi stessi colleghi riconoscono, anche quando lo denunciano)?
La risposta in breve è che probabilmente l'aumento di popolarità di Dieudonné tra i giovani mostra un crescente divario generazionale. Dieudonné ha voltato la risata contro l'intero establishment politico. Ciò ha portato a un torrente d'insulti e giuramenti di chiudere i suoi spettacoli, rovinarlo finanziariamente e anche metterlo in galera. L'attacco sta dando anche il destro per attacchi fisici contro di lui. Pochi giorni fa il suo assistente Jacky Sigaux è stato fisicamente aggredito in pieno giorno da uomini mascherati davanti al municipio del 19° arrondissement - proprio di fronte al parco Buttes Chaumont. Ha presentato denuncia.
Ma quanta protezione c'è da aspettarsi da un governo il cui ministro degli Interni, Manuel Valls - responsabile della polizia - ha promesso di cercare in ogni modo di far tacere Dieudonné?
La storia è significativa, ma è quasi certo che sarà mal riferita fuori della Francia - così come è mal raccontata all'interno della Francia, dove c'è la fonte di quasi tutti i rapporti esteri. Nella traduzione, un po' di ingarbugliamento e di falsità si aggiungono alla confusione.
Perché lo odiano?
Dieudonné M'Bala M'Bala è nato in un sobborgo di Parigi, quasi 48 anni fa. Sua madre era bianca e Bretone, suo padre africano del Camerun. Questo avrebbe potuto far di lui un bambino da manifesto per il "multiculturalismo" che la sinistra ideologicamente dominante pretende di promuovere. E durante la prima parte della sua carriera, collaborando con il suo amico ebreo Elie Simun, lui fece proprio questo: campagne contro il razzismo, focalizzando la sua critica al Fronte Nazionale e anche candidandosi contro un candidato FN nella città-dormitorio di Dreux, circa 90 Km a ovest di Parigi, dove vive. Come i migliori umoristi, Dieudonné ha sempre mirato su eventi attuali, con calore e dignità inusuale per la professione. La sua carriera fiorì, ha recitato in qualche film, è stato ospite in televisione, si è fatto largo insomma. Essendo grande osservatore, eccelle in imitazioni relativamente sottili di vari tipi di personalità e gruppi etnici, da africani a cinesi.
Dieci anni fa, il 1 dicembre 2003, come ospite in uno show televisivo chiamato opportunamente "Non si può piacere a tutti ", dedicato agli eventi in corso, Dieudonné è venuto sul palco travestito da "convertito all'estremismo sionista" facendo proclami a tutti perchè si unissero all' ”Asse israelo-americano del Bene". Quello fu il primo anno di aggressione degli Stati Uniti contro l'Iraq, in cui il rifiuto della Francia di unirsi all'attacco aveva portato Washington a ribattezzare le patatine fritte da “french fries” (che son poi belghe in realtà) a "Freedom Fries" o “patatine della libertà”. Un attacco relativamente mite su George W. Bush e il suo" Asse del Male" sembrava totalmente in spirito coi tempi. Lo sketch veniva concluso con un breve saluto, "Isra - Heil". Questo era lungi dall'essere repertorio di Dieudonné, ma nondimeno, l'umorista veniva entusiasticamente abbracciato da altri artisti, mentre il pubblico in studio gli ha tributato una standing ovation.
Poi le proteste cominciarono ad arrivare, soprattutto per quanto riguarda l'ultimo gesto, visto come un paragonare Israele alla Germania nazista. (ma và? - NdA)
"Anti-semitismo" era il grido, anche se l'obiettivo era Israele come nazione (e gli Stati Uniti come alleati in Medio Oriente). Cominciarono moltiplicati appelli per vietare i suoi spettacoli, di citarlo in giudizio e distruggere la sua carriera. Dieudonné ha tentato di giustificare il suo sketch come non mirato gli ebrei in quanto tali, ma, a differenza di altri prima di lui, non si sarebbe scusato per un reato che non credeva di aver commesso. Perché nessuna protesta venne mai da Africani che aveva preso in giro? O Musulmani o Cinesi? Perché una singola comunità reagisce con tanta furia?
Inizia così un decennio di escalation. LICRA ha iniziato una lunga serie di cause legali contro di lui ("incitamento all'odio razziale"), in un primo momento perdente, ma continua a mantenere la pressione. Invece di tirarsi indietro, Dieudonné è andato più lontano nella sua critica del sionismo dopo ogni attacco. Nel frattempo, Dieudonné è stato gradualmente escluso dalle apparizioni televisive e trattato come un paria dai media di regime. E 'solo la recente valanga internet di immagini che mostrano giovani mentre fanno il segno della quenelle che ha mosso le istituzioni a concludere che un attacco diretto sarebbe più efficace che non cercare di ignorarlo.
Lo sfondo ideologico
Per cominciare a capire il significato della vicenda Dieudonné, è necessario cogliere il contesto ideologico. Per ragioni troppo complesse per rivederle qui, la sinistra francese - sinistra che una volta era soprattutto interessata al benessere della classe operaia, con l'uguaglianza sociale, l'opposizione alle guerre di aggressione, la libertà di parola - è praticamente defunta. La destra ha vinto la battaglia economica decisiva, con il trionfo delle politiche a favore della stabilità monetaria e gli interessi dei capitali d'investimento internazionali: il neo-liberismo insomma. Come premio di consolazione, la sinistra gode di una certa dominanza ideologica, basata su anti-razzismo, anti-nazionalismo e devozione verso l'Unione europea - anche per l'ipotetica "Europa sociale" che quotidianamente retrocede nel cimitero dei sogni perduti. In realtà, questa ideologia si sposa perfettamente con una globalizzazione orientata alle esigenze del capitale finanziario internazionale.
In assenza di qualsiasi seria sinistra socio - economica, la Francia è sprofondata in una sorta di Politica dell'Identità che loda sì il multiculturalismo ma contemporaneamente reagisce con veemenza contro il comunitarismo, cioè l'affermazione di eventuali particolarismi etnici indesiderati. Infatti, alcuni particolarismi etnici sono meno graditi di altri. Il velo islamico è stato vietato nelle scuole, e cresce la richiesta di vietarlo nella società in genere. Il Naqib e burka, da sempre cose rare a vedersi, sono stati legalmente vietati. Controversie eruttano sui cibi halal (=carni macellate secondo il rito musulmano, NdT) nelle mense e sulle pubbliche preghiere in strada, mentre i cartoni animati e fumetti vari si fanno beffe regolarmente dell'Islam. Qualunque cosa si possa pensare di ciò, la lotta contro il comunitarismo può essere vista da alcuni come diretta contro una particolare comunità. Nel frattempo, i leader francesi hanno dissepolto l'ascia di guerra contro paesi musulmani, dalla Libia alla Siria, restando pur sempre devoti a Israele.
Nel frattempo, un'altra comunità è oggetto di costanti attenzioni. Negli ultimi 20 anni, mentre la fede religiosa e l'impegno politico sono diminuiti drasticamente, l'Olocausto, chiamato Shoah in Francia, è progressivamente diventato una sorta di religione di Stato. Le scuole commemorano la Shoah ogni anno, il concetto domina sempre più la coscienza storica, mentre in altri settori è in declino insieme a molti studi di tipo umanistico. In particolare, di tutti gli eventi nella lunga storia della Francia, l'unico tutelato dalla legge è la Shoah. La cosiddetta legge Gayssot vieta qualsiasi dubbio sulla storia della Shoah, un'interferenza del tutto senza precedenti con la libertà di parola. Inoltre, ad alcune organizzazioni come la LICRA, è stato concesso il privilegio di citare in giudizio individui sulla base di "incitamento all'odio razziale" (interpretato in senso molto ampio e diseguale) con la possibilità di aver risarciti i danni a nome della "comunità ferita". In pratica, queste leggi sono utilizzate principalmente per perseguire un presunto "antisemitismo o negazionismo", riguardante la Shoah. Anche se spesso sono respinte dal tribunale, tali cause costituiscono vessazioni e intimidazioni. La Francia è quel raro paese in cui il movimento BDS (Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni) contro le pratiche di insediamenti illegali israeliani può anche essere attaccato come "incitamento all'odio razziale".
La JDL, Lega per la Difesa Ebraica, notoriamente incline alla violenza, fuorilegge negli Stati Uniti e anche in Israele, è nota per fracassare librerie o picchiare persone isolate, anche anziani. Quando identificati, un bel volo per Israele è la loro scappatoia. Le vittime della JDL non riescono a ispirare niente anche solo vicino alla massiccia indignazione pubblica suscitata quando una persona ebrea cade vittima di violenza sfrenata. Nel frattempo, i politici affollano la cena annuale del CRIF con lo stesso zelo che negli Stati Uniti si affollano alla cena dell'AIPAC - non tanto per gola dei fondi della campagna elettorale quanto per dimostrare i loro sentimenti politicamente corretti.
La Francia ha la più grande popolazione ebraica in Europa occidentale, in realtà in gran parte composta da gente sfuggita alla deportazione durante l'occupazione tedesca che ha inviato immigrati ebrei nei campi di concentramento. Oltre a questa vecchia popolazione ebraica consolidata, ci sono molti nuovi arrivati dal Nord Africa. Tutto questo si somma in una molto dinamica popolazione di successo, numerosa nelle professioni più visibili e popolari (giornalismo, spettacolo, e pure scienza e medicina, tra gli altri).
Di tutti i partiti francesi, il Partito socialista (in particolare tramite il partito laburista israeliano di Shimon Peres nell'Internazionale socialista) ha i più stretti legami storici con Israele. Nel 1950, quando la Francia stava combattendo contro il movimento di liberazione nazionale algerino, il governo francese (via Peres) ha contribuito al progetto israeliano di costruire armi nucleari. Oggi non è il partito laburista che governa Israele, ma l'estrema destra. L'accoglienza calda nel recente viaggio di Hollande da Benjamin Netanyahu ha dimostrato che la deriva ultra-destrorsa della politica in Israele non ha fatto nulla per aumentare la tensione delle relazioni - che sembrano più amichevoli che mai.
Eppure questa comunità ebraica è molto più piccola rispetto al gran numero di immigrati arabi provenienti dal Nord Africa o immigrati neri provenienti dalle ex colonie francesi in Africa. Diversi anni fa, un leader intellettuale del partito socialista, Pascal Boniface, prudentemente ha avvertito i leader di partito che la loro parzialità pesante a favore della comunità ebraica potrebbe eventualmente causare problemi elettorali. Questa affermazione in un documento di valutazione politica ha causato un putiferio che quasi gli costò la carriera.
Ma resta il fatto: non è difficile per i francesi di sfondo arabo o africano a sentire che il "comunitarismo", che ha davvero peso, è quello della comunità ebraica.
Gli usi politici della Shoah
Norman Finkelstein ha mostrato qualche tempo fa che l'Olocausto può essere sfruttato per scopi assai poco nobili: ad esempio per estorcere fondi dalle banche svizzere. Tuttavia, in Francia la situazione è molto diversa. Senza dubbio il promemoria costante della Shoah serve come una sorta di protezione per Israele dalla ostilità suscitata dal suo trattamento dei palestinesi. Ma la religione dell'Olocausto ha un altro, più profondo impatto politico senza alcuna relazione diretta con il destino degli ebrei.
Più di ogni altra cosa, Auschwitz è stato interpretato come il simbolo di ciò a cui porta il nazionalismo. Il riferimento ad Auschwitz è servito a dare una cattiva coscienza all'Europa, e in particolare ai Francesi, visto che il loro relativamente piccolo ruolo nella questione era il risultato di una sconfitta militare e l'occupazione da parte della Germania nazista. Bernard-Henri Lévy, lo scrittore la cui influenza è cresciuta fino a proporzioni grottesche negli ultimi anni (ha guidato il presidente Sarkozy in guerra contro la Libia), ha iniziato la sua carriera come ideologo, sostenendo che "il fascismo" è la vera e propria "ideologia francese". Senso di colpa, senso di colpa, senso di colpa. Inserendo Auschwitz come l'evento più importante della storia recente, vari scrittori e oratori giustificano per impostazione predefinita il crescente potere dell'Unione europea in sostituzione necessariamente per le nazioni europee intrinsecamente "cattive". Mai più Auschwitz! Sciogliere gli stati-nazione in una burocrazia tecnica, senza l'influenza emotiva dei cittadini che potrebbero votare in modo non corretto. Ti senti francese? O tedesco? Ti dovresti sentire in colpa per questo - a causa di Auschwitz.
Gli europei sono sempre meno entusiasti dell'UE che rovina loro economie e li priva di ogni potere democratico sull'economia. Possono votare sì, ma per il matrimonio gay, e non per la benchè minima misura keynesiana, tanto meno per il socialismo. Tuttavia, il senso di colpa per il passato dovrebbe tenerli fedeli al sogno europeo.
I fans di Dieudonné, a giudicare dalle fotografie, sembrano essere prevalentemente giovani, un po' meno donne, di età compresa tra i venti e i trenta per lo più. Sono nate due generazioni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Hanno passato la vita a sentir parlare di Shoah. Oltre 300 scuole di Parigi portano una targa che commemora il tragico destino dei bambini ebrei deportati nei campi di concentramento nazisti. Che cosa può essere l'effetto di tutto questo? Per molti che sono nati molto tempo dopo questi eventi terribili, sembra che tutti debbano sentirsi in colpa - se non per quello che non hanno fatto, per quello che potrebbero presumibilmente fare se avessero una possibilità.
Quando Dieudonné ha trasformato una vecchia canzonetta semi - razzista "tropicale", Chaud Cacao (Ciccolata calda), in “Shoah all' Ananas” , la melodia è ripresa in massa dai tifosi di Dieudonné. Oserei pensare che non stanno facendosi beffe della reale Shoah, ma piuttosto dei promemoria ossessivi di eventi che dovrebbero farli sentire in colpa, insignificanti e impotenti. Gran parte di questa generazione è stufa di sentir parlare del periodo 1933-1945, mentre il loro futuro è assai vago ed oscuro.
Non si ferma più nessuno
Domenica scorsa, un famoso giocatore di calcio di origine afro - belga, Nicolas Anelka, che gioca nel Regno Unito, ha fatto la quenelle dopo aver segnato un gol - in solidarietà con questo amico Dieudonné M'Bala M'Bala. Con questo gesto semplice e fondamentalmente insignificante, il fracasso è salito a nuove altezze.
Nel parlamento francese, Meyer Habib rappresenta circa 4.000 israeliani di origine francese. Lunedì ha cinguettato: "La quenelle di Anelka è intollerabile! Vorrei introdurre un disegno di legge per punire questo nuovo saluto nazista praticato da antisemiti".
La Francia ha adottato leggi per punire l'antisemitismo, col risultato opposto. Tali misure semplicemente tendono a confermare la vecchia nozione che "gli ebrei governano il paese" e contribuendo quindi al crescente antisemitismo. Quando gioventù francese vede nel tentativo franco-israeliano di bandire un semplice gesto, quando la comunità ebraica si mette a vietare il loro umorista preferito, per cui l'antisemitismo può crescere solo ancora più rapidamente.
Eppure in questa escalation, il rapporto di forze è molto asimmetrico. Un umorista ha la satira come sua arma, e dei seguaci che possono disperdersi quando il gioco si fa duro. Dall'altro lato è l'ideologia dominante, e la potenza dello Stato.
In questa sorta di scontro, la pace civile dipende dalla saggezza di chi ha più potere in mano, col dar prova di moderazione. Se non riescono a farlo, questo può diventare una partita senza vincitori.
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di FENGTOFU - http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=12751 – 3/1/2014