RIPORTIAMO QUI ALCUNI DOCUMENTI E ARTICOLI SU UN IMPORTANTE EVENTO SULLA PACE CHE CI SEMBRA IMPORTANTE CONOSCERE E DIFFONDERE E DI CUI INVECE LA STAMPA SOPRATUTTO ITALIANA NON HA MAI PARLATO E NON PARLA.
Risulta piuttosto strano (è sempre un eufemismo!) che in questo mondo siamo quotidianamente tartassati da notizie di guerra, di guerre necessarie ed inevitabili o addirittura di guerre acclamate da popolazioni che chiedono aiuto per essere “protetti” a suon di bombe.....con il corteo dei vari “democratici” che si autoacclamano salvatori..... non vi sia traccia di una serie di eventi importanti non foss’altro perchè riuniscono una buona parte del mondo (di quello stesso mondo...) e stanno lavorando per la famosa Pace. Ho come al solito fatto anche una ricerca sul web che risulta ancora una volta desolante!!
Riporto qui tre documenti:
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Un articolo a firma di Francesco Maringiò : “I Brics e la lotta per la Pace”
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Un documento con notizie tradotte dal web su cosa è stato e cosa è oggi il Consiglio Mondiale della Pace. E vorrei sapere quanti di voi ne hanno sentito parlare......
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Un breve resoconto dell’amico Antonino Pellitteri che ci parla “in diretta” del Congresso dei Paesi non allineati a Theran.....
Credo che tutti coloro che parlano e desiderano la Pace debbano esserne informati. Grazie
1) La capitale indiana ha ospitato un importante meeting delle associazioni per la pace dei paesi Brics. Un evento enorme, tenuto sotto silenzio dei media occidentali. La cooperazione fra questi paesi è uno degli aspetti essenziali, assieme alla crescita dei movimenti di lotta popolari, di maggiore resistenza all’imperialismo.
Durante le giornate di Londra 2012 le principali testate giornalistiche del nostro paese hanno più volte pubblicato il medagliere olimpico, sommando il bottino di tutti i paesi europei per confrontarlo così con quello di Cina e Stati Uniti. Addirittura il Corriere è arrivato a titolare: “l’Europa batte tutti”. Sicuramente qualche anno fa tutto questo avrebbe avuto un effetto diverso, ma in tempo di crisi economica e con una seria ipoteca sulla tenuta stessa dell’Euro, questo schema rischia di essere un esercizio consolatorio. Oppure bisognerebbe arricchire il grafico con altri “aggregati geopolitici” in potenza.
Scopriremmo così che i veri vincitori sarebbero i paesi Brics, i paesi emergenti che, forti della propria crescita economica e dell’accresciuto peso nei consessi internazionali, stanno scalando tutte le vette ed i primati mondiali, anche nello sport. Ma una crescita del peso politico così repentina non la immaginava proprio nessuno, nemmeno Jim O’Neill, economista della Goldman Sachs ed inventore del fortunato acronimo, che già in un saggio del 2001 metteva in guardia l’Occidente da possibili cataclismi geopolitici: «nel 2050 potremmo trovare un mondo drammaticamente differente», dove l’elenco delle prime dieci economie sarà molto diverso da quello attuale. I Bric (Brasile, Russia, India e Cina), che ne frattempo hanno cominciato a riunirsi periodicamente, hanno visto da un anno l’ingresso di un nuovo partner: il Sudafrica. Non proprio un gigante ma, come ammette il suo ministro degli esteri, un paese capace di parlare non solo con la propria voce, ma a nome dell’Africa intera: un grande mercato di oltre 900 milioni di abitanti.
I paesi del Bric costituiscono il 26% del territorio, il 32% delle terre agricole, il 42% della popolazione e il 14,6% del Pil mondiale. Stando alle stime dell’economista della Goldman Sachs la Cina sorpasserà gli Usa nel 2027 e nel 2030 i Bric produrranno il 47% del Pil mondiale. Del resto già oggi rappresentano il 17% (dato del 2010) e già da un anno il Brasile ha surclassato l’economia italiana. Eppure questi numeri da capogiro non aiutano a cogliere quanto importante sia la cooperazione tra questi paesi in settori strategici quali: energia, infrastrutture, biotecnologie e la collaborazione per assicurarsi sicurezza e sovranità alimentare; con sullo sfondo l’abolizione del regime monetario di Bretton Wood e la costruzione di un nuovo sistema monetario. Non secondaria è la cooperazione in politica estera. È partendo da queste premesse che si comprende in tutta la sua valenza strategica l’intransigente posizione di Mosca e Pechino sulla vicenda siriana.
In questo quadro si inserisce un fatto di portata enorme, passato sotto silenzio dai mezzi di comunicazione occidentale, e cioè che a fine luglio, a Nuova Delhi, si è svolta una importante iniziativa che aveva al centro dell’agenda questioni inerenti la pace ed il ruolo dei Brics nel nuovo contesto internazionale e gli obiettivi del movimento per la pace. Se la notizia fosse stata data anche in Italia, sicuramente sarebbe stata presentata come un retaggio da guerra fredda, eppure la capitale indiana ha ospitato l’incontro delle associazioni per la pace dei paesi Brics. E tutto questo a pochi giorni dall’avvio del Congresso del Consiglio Mondiale della Pace che si è tenuto a Kathmandu, Nepal, e che ha visto non solo un rilancio delle attività e delle mobilitazioni contro la guerra a partire dai movimenti più forti e coscienti, ma l’ingresso, dopo anni di difficoltà e distacco, di russi e cinesi.
Tecnicamente, quello delle associazioni per la pace dei paesi Brics, è stato il primo meeting di questo tipo, ma un precedente è stato l’incontro a tre (India, Russia e Cina) del 2009, ospitato e promosso da Pechino. Ma quest’anno c’è stato il salto di qualità. Non solo erano presenti tutti gli altri paesi, ma si è deciso di convocare questo meeting ad ogni occasione di incontro formale dei Brics, così da condizionare l’agenda dei più ufficiali vertici tra i capi di stato e di governo e promuovere una politica estera basata sulla cooperazione ed il rifiuto di ingerenze e guerre. Il prossimo appuntamento sarà in Sudafrica, paese che si è speso a lungo per cercare una via diplomatica alla vicenda libica, prima che la Nato sferrasse l’attacco ed il paese sprofondasse nel caos più assoluto.
E di particolare interesse è il fatto che a promuovere questo incontro ed ospitarlo, sia stata l’associazione per la pace indiana. Quest’ultima è figlia della storica posizione di Nehru ed Indira Gandhi e dei movimenti marxisti e pacifisti del paese, che hanno portato l’India per una lunga fase ad essere un paese capofila del movimento dei non allineati, posizione questa che ha aiutato il gigante asiatico a dialogare sia con Usa ed Urss, che con la confinante Cina. Oggi, il movimento per la pace indiano continua a vedere una importante egemonia dei comunisti (CPI e CPIm) e la presenza di importanti settori del Congresso ed è diventata la nuova organizzazione che coordina l’Asia nella geografia interna del Consiglio Mondiale per la Pace.
Tutto questo, è evidente, fa affiorare diverse contraddizioni della politica di Nuova Delhi, a partire dal fatto che nella dichiarazione finale del meeting si parla di non ingerenza esterna in Siria, mentre il voto indiano all’Onu è andato in direzione di un rafforzamento delle sanzioni contro il regime di Assad. Ma questa contraddizione è il frutto di un “grande gioco” e della sfida, di portata internazionale, che si gioca sull’intero paese. Russia e Cina stanno lavorando ai fianchi il Partito del Congresso, che è al governo dell’India, e dentro le sue contraddizioni per stringere sempre più il paese su una posizione più smarcata dagli Usa. La frazione del Congresso all’interno dell’associazione per la pace non condivide la scelta del governo di legarsi militarmente agli Usa, intravedendo per il paese (e per se stessi) maggiori ambiti di sviluppo e crescita dentro una concertazione coi Brics, coi quali condividono un comune passato di lotte anticoloniali.
Non sappiamo se questi meeting riusciranno nell’impresa. Quel che è certo è che i Brics non rappresentano un monolite ma la cooperazione fra questi paesi è uno degli aspetti essenziali, assieme alla crescita dei movimenti di lotta popolari, di maggiore resistenza all’imperialismo. La collocazione internazionale dell’India viene vista dagli Usa come il grimaldello per mettere in crisi questa (pre)potente ascesa degli emergenti. È qui che si gioca la partita e la competizione per l’egemonia mondiale e l’India, come un tempo, è un pedina essenziale sullo scacchiere globale.
2) Il Consiglio Mondiale della Pace (WPC) è un'organizzazione internazionale che sostiene il disarmo universale, la sovranità e l’indipendenza degli stati e dei popoli, la lotta contro l’imperialismo, le armi di distruzione di massa ed ogni forma di discriminazione.
Fondata nel 1950 ha promosso e promuove campagne di pace in tutto il mondo, opponendosi all’imperialismo degli Stati Uniti.
Il suo primo presidente è stato il eminente fisico Frédéric Joliot-Curie . La sede a Helsinki dal 1968-1999 ed ora in Grecia.
La storia organizzativa
Origini
Il WPC in realtà nasce al Congresso tenutosi a Wroclaw , in Polonia nel 1948. Dobbiamo poi ricordare un congresso successivo a Parigi e Praga nel 1949 dove venne creato un Comitato mondiale dei partigiani per la pace, ed, infine, al congresso di Sheffield e poi di Varsavia nel 1950 si costituisce come Consiglio Mondiale della Pace.
Le origini del WPC sono certamente legate alla cosiddetta guerra fredda ed alla dottrina del Cominform.
Alcune citazioni dagli atti del Cominform: “la pace dovrebbe diventare il perno di tutta l'attività dei partiti comunisti"; nel 1950 il Cominform ha adottato la relazione di Michail Suslov , un alto funzionario sovietico , lodando i partigiani per la pace e la risoluzione che "I Partiti Comunisti e dei lavoratori devono utilizzare tutti i mezzi di lotta per garantire una pace stabile e duratura, subordinando la loro intera attività a questo" e che "Particolare attenzione deve essere dedicata al disegno della pace. Sindacati, movimento, donne, giovani, cooperative, sport, cultura, educazione, organizzazioni religiose e altre e anche scienziati, scrittori, giornalisti, operatori culturali, leader politici e pubblici parlamentari e altri che agiscano in difesa della pace e contro la guerra. "
Lawrence Wittner, uno storico del dopoguerra del movimento per la pace sostiene che l'Unione Sovietica ha dedicato grandi sforzi per la promozione del WPC nei primi anni del dopoguerra perché temeva un attacco americano e la superiorità americana delle armi in un momento in cui gli Stati Uniti possedevano la bomba atomica , mentre l'Unione Sovietica non l’aveva ancora.
Wroclaw 1948
Il Congresso Mondiale degli Intellettuali per la Pace riuniti a Wroclaw il 6 agosto 1948. E 'eletto un comitato permanente internazionale di intellettuali in difesa della Pace (noto anche come il Comitato internazionale di intellettuali per la Pace) e il Comitato di collegamento internazionale degli intellettuali per la pace), con sede a Parigi. Questo dovrà impegnarsi per la creazione di succursali nazionali e incontri nazionali lungo le stesse linee del Congresso Mondiale. In conformità con questa politica, una Conferenza per la scienza e la cultura la pace nel mondo si è tenuta a New York nel marzo 1949.
Parigi e Praga 1949
Il Congresso Mondiale degli avvocati di Pace di Parigi (20 aprile 1949) riconfermò la Cominform che il mondo era diviso tra "un blocco non-aggressivo, quello sovietico, e un gruppo imperialista guidato dal governo degli Stati Uniti". E 'istituito un Comitato mondiale dei partigiani per la pace, guidata da un Ufficio Esecutivo composto da dodici persone e presieduto dal professor Frédéric Joliot-Curie, un premio Nobel per la fisica, Alto Commissario per l'energia atomica e membro del Istituto Francese . Il Congresso venne interrotto dalle autorità francesi che hanno rifiutato i visti ai tanti delegati finchè il Congresso si trasferì a Praga ". E’ qui che litografia di Picasso, La Colombe (The Dove) è stata scelta come emblema per il Congresso ed è stato successivamente adottato come simbolo del WPC. (vedi foto).
Sheffield e Varsavia 1950
Nel 1950, il Congresso Mondiale dei sostenitori della pace ha adottato una costituzione permanente per il Consiglio Mondiale per la Pace, che ha sostituito il Comitato dei Partigiani per la pace. L'apertura del congresso WPC condannò la bomba atomica e l’ invasione americana della Corea. Si raccomanda la creazione di comitati di pace nazionali in tutti i paesi si respinge il pacifismo ed il movimento per la pace dei non allineati. La sua tenuta era originariamente prevista a Sheffield, ma le autorità britanniche rifiutarono i visti per molti delegati e il Congresso fu costretto a trasferirsi a Varsavia. Il primo ministro britannico Clement Attlee denunciò il Congresso come un "foro falso di pace con il vero scopo di sabotare la difesa nazionale" e diede un "termine ragionevole" ai delegati stranieri per allontanarsi. Tra coloro che vennero espulsi dal governo inglese c’erano Frédéric Joliot-Curie, Ilya Ehrenburg , Alexander Fadeyev e Dmitri Shostakovich .
Il numero dei delegati a Sheffield si ridusse dai previsti 2.000 a 500, la metà dei quali erano inglesi.
Early 1950
Il WPC è diretto dal Dipartimento Internazionale del Comitato Centrale del Partito comunista sovietico attraverso il Comitato Pace Sovietica , anche se tendeva a non presentarsi come un organo della politica estera sovietica, ma piuttosto come l'espressione di le aspirazioni dei "popoli amanti della pace del mondo".
Congressi successivi si sono svolti a Vienna , Berlino, Helsinki e Stoccolma.
Il WPC ha guidato il movimento di pace internazionale nei primi anni 1950, ma la sua incapacità di parlare contro la repressione russa della rivolta ungherese del 1956 e la ripresa da parte dell’URSS di test nucleari nel 1961 e comunque il clima internazionale finì per emarginare il movimento.
Attività
Fino alla fine degli anni ‘80, l'attività principale del Consiglio Mondiale della Pace è stata l'organizzazione di grandi congressi internazionali, la quasi totalità dei quali vedeva oltre 2.000 delegati in rappresentanza di quasi tutti i paesi del mondo.
La maggior parte dei delegati provenienti da organizzazioni “filo-comuniste”, con alcuni osservatori di enti non-allineati. Continuarono anche le riunioni dell'Assemblea WPC, il suo massimo organo di governo. I Congressi e Assemblee hanno rilasciato dichiarazioni, appelli e risoluzioni che chiedevano la pace nel mondo, condannando in particolare le azioni degli Stati Uniti. Il WPC è stato coinvolto in manifestazioni e proteste in particolare nelle zone confinanti degli Stati Uniti, contro le installazioni militari in Europa occidentale e contro la proliferazione delle armi nucleari . Notevole in quegli anni il coinvolgimento nelle proteste contro la guerra del Vietnam. Nel 1980 condusse una campagna contro il dispiegamento di missili americani in Europa. Dopo il cosiddetto crollo del comunismo , la WPC perse una parte del suo sostegno e si può dire seguì il corso degli eventi di quegli anni.
A proposito di armi nucleari: Il 18 marzo 1950, il WPC lanciò il suo appello di Stoccolma in una riunione del Comitato permanente del Congresso Mondiale della Pace, chiese il divieto assoluto delle armi nucleari. La campagna ha ricevuto il sostegno popolare, ed erano state raccolte, sembra, 560 milioni di firme in Europa, la maggior parte nei paesi socialisti, 10 milioni in Francia (tra cui quella del giovane Jacques Chirac ), e 155 milioni di firme in Unione Sovietica.
Diversi gruppi di pace non allineati che si erano allontanati dal WPC (perchè considerato allineato all’URSS) avevano consigliato ai loro sostenitori di non firmare l'Appello.
Nel mese di giugno 1975, il WPC lanciò un secondo appello di Stoccolma nel corso di un periodo di distensione tra Est e Ovest, dichiarando che "Le vittorie di pace e di distensione hanno creato un nuovo clima internazionale, nuove speranze, nuova fiducia, ottimismo fra i popoli».
Il Congresso mondiale per la Pace ha pubblicato due riviste, “Nuove prospettive” e “Courier Pace”. La sua rivista attuale è Messaggero di Pace.
Il WPC ha ricevuto numerosi premi per la pace , alcuni dei quali, si è detto, sono stati assegnati ai politici che hanno finanziato l'organizzazione.
Relazioni con i non-allineati gruppi pacifisti
Il WPC negli anni della cosiddetta guerra fredda veniva descritto come il movimento che "ha cercato di diventare un movimento vasto mentre viene sempre più strumentalizzato per servire la politica estera in Unione Sovietica e nei paesi nominalmente socialisti". Come il movimento che dal 1950 fino alla fine degli anni 1980 ha provato ad utilizzare le organizzazioni dei “non allineati” pacifiste per diffondere il punto di vista sovietico. Si rimproverò loro di mancanza di critica e di impossibilità da parte dei delegati occidentali di criticare l'Unione Sovietica in occasione di conferenze WPC e del loro silenzio sugli armamenti russi.
La guerra fredda dunque portò a poco a poco una parte dei non allineati a dissociarsi dal WPC.
Nel clima di guerra fredda e di “caccia alle streghe” il movimento dei non allineati per la pace "era costantemente sotto la minaccia di essere offuscato e denunciato come associazione dichiaratamente filo-sovietica"; molti individui ed organizzazioni "accuratamente hanno evitato di contatto con i comunisti e compagni di viaggio". Già nel 1949 il Meeting pacifista mise in guardia contro una collaborazione attiva con i comunisti. Nel 1950, diverse organizzazioni per la pace svedesi misero in guardia i loro sostenitori contro la firma all’appello di Stoccolma del WPC. Nel 1953, il Comitato di collegamento internazionale delle organizzazioni per la pace ha dichiarato di non avere "nessuna associazione con il Consiglio Mondiale della Pace ". Nel 1956, l’anno in cui il WPC aveva condannato la guerra di Suez, la sezione tedesca della War Resisters internazionale pensò bene di condannare il Congresso mondiale per la sua incapacità di rispondere ai test sovietici per la bomba H. In Svezia, Aktionsgruppen Mot Svensk Atombomb scoraggiarono i propri membri a partecipare ai comitati di pace.
In Gran Bretagna, nel ’58 il CND consiglia i gruppi a non partecipare a una prossima conferenza WPC.
Negli Stati Uniti, SANE respinge i ricorsi di WPC per la cooperazione.
La rottura definitiva si è verificata durante Congresso Mondiale per la Pace e il disarmo a Mosca nel ’62. Il WPC aveva invitato i gruppi non allineati ma quando gli attivisti occidentali tra cui gli inglesi del Comitato di 100 cercarono di dimostrare in Piazza Rossa contro le armi sovietiche e il sistema comunista, i loro striscioni vennero confiscati e la manifestazione venne sciolta.
Fu la scissione: 40 organizzazioni dei non allineati deciso di formare un nuovo organismo internazionale, la Confederazione internazionale per il disarmo e la pace
Naturalmente queste divisioni all’interno del movimento continuarono ad essere invece ben strumentalizzate ed interpretate ad uso e consumo....
Il Presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan ebbe a dire che le manifestazioni di pace in Europa nel 1981 erano "tutte sponsorizzate da una cosa chiamata Consiglio Mondiale della Pace, che viene pagato dall'Unione Sovietica" smentendo la stessa FBI che ebbe a riferire al Comitato Permanente sull’Intelligence della Camera che il WPC affiliato ovvero l’ US Consiglio di pace è stato uno degli organizzatori di una grande protesta di pace a New York City, ma il KGB non aveva manipolato il movimento americano "in modo significativo".
Vi risparmio la serie di altre polemiche o pettegolezzi ma si voleva solo ricordare che purtroppo negli anni della guerra fredda e successivi il movimento subì tutte le conseguenze e manipolazioni ben note......Anche ad es. ci sono state
Denuncie di misure della CIA contro il WPC
La Central Intelligence Agency si dice che abbia intrapreso azioni sotto copertura nei confronti del WPC, nel tentativo di neutralizzare le sue campagne contro gli Stati Uniti e impedendole di organizzarle al di fuori del blocco comunista.
Il Congress for Cultural Freedom , fondato nel 1950 con il sostegno della CIA, venne istituito in parte per contrastare la propaganda del WPC emergente.
Dopo la scomparsa del comunismo
Sicuramente a seguito degli eventi del 1991 e della disgregazione dell'Unione Sovietica , il WPC ha subito una diminuzione di influenza e numerica etc....
Tuttavia oggi in un contesto internazionale sempre più “difficile” e foriero e portatore di guerre di ogni tipo..... ritorna forse a farsi sentire a più gran voce.
Il WPC oggi rappresenta più di 100 nazioni e movimenti per la pace nazionale e chi volesse saperne di più ha un sito dove sono elencati anche i suoi membri ufficiali.
http://www.wpc-in.org/
Il WPC ha attualmente tra i suoi obiettivi: Azioni contro le guerre imperialiste e occupazione di paesi sovrani e delle nazioni; divieto di tutte le armi di distruzione di massa; l'abolizione delle basi militari straniere; il disarmo universale sotto un efficace controllo internazionale; l'eliminazione di ogni forma di colonialismo, neo- colonialismo, razzismo, sessismo e altre forme di discriminazione; il rispetto per il diritto dei popoli alla sovranità e all'indipendenza, essenziali per l'instaurazione della pace; la non-interferenza negli affari interni delle nazioni; la coesistenza pacifica tra gli stati con diversi sistemi politici; il ricorso a negoziati invece dell’ uso della forza nella risoluzione delle differenze tra le nazioni.
Il WPC è una ONG presso le Nazioni Unite e collabora oggi attivamente con il Movimento dei Non Allineati. Collabora con l’UNESCO, con la Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (UNCTAD), con l’organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale (UNIDO), con l’ Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) e altre agenzie specializzate delle Nazioni Unite, delle commissioni speciali e dipartimenti.
Collabora anche con l' Unione Africana , la Lega degli Stati arabi e con altri organismi inter-governativi.
Organizzazioni aderenti
A marzo 2011 i suoi membri erano:
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Azione internazionale per la liberazione del Belgio
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Forum di Belgrado per il mondo di uguali
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Centro Brasiliano di Solidarietà dei popoli e la lotta per la pace (CEBRAPAZ)
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Canadian Pace Congress
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Consejo Español en Defensa de la Solidaridad y la Paz (CEDESPAZ)
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Movimento Cubano per la Pace e la Sovranità dei Popoli (MOVPAZ)
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Consiglio della Pace di Cipro
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Czech Pace Movimento
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Comitato finlandese della Pace
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Consiglio di pace tedesco
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Comitato Greco per la distensione internazionale e la Pace (EEDYE)
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Comitato giapponese per la Pace
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Le mouvement de la paix de France
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Movimento per la Pace, la Sovranità e la Solidarietà tra i Popoli (MOPASSOL-argentino)
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Consiglio della Pace e solidarietà del Nepal (NPSC)
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OSPAAAL Spagna
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Associazione per la Pace di Turchia
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Consiglio per la Pace e la Cooperazione portoghese
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Consiglio di pace rumeno
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Comitato della Pace svedese
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Movimento svizzero della Pace
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Consiglio di pace degli USA
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Vrede (Belgio)
Molti sono poi i gruppi associati e per questo ed altro si può consultare il sito citato.
La leadership attuale
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Presidente: Socorro Gomes, Centro Brasiliano di Solidarietà con i Popoli e la lotta per la pace (CEBRAPAZ)
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Segretario Generale: Thanasis Pafilis, Comitato greco per la Distensione Internazionale e la Pace (EEDYE)
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Segretario Esecutivo: Iraklis Tsavdaridis, Comitato greco per la Distensione Internazionale e la Pace (EEDYE)
Segretariato
I membri del Segretariato del WPC sono:
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Organizzazione AIPSO - India
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Centro Brasiliano di Solidarietà con i Popoli e la lotta per la pace (CEBRAPAZ)
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Comitato della Pace Congo
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Movimento Cubano per la Pace e la Sovranità dei Popoli (MOVPAZ)
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German Peace Council (DFR)
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Comitato greco per la Distensione Internazionale e la Pace (EEDYE)
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Comitato della Pace Giappone
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Comitato palestinese per la pace e la solidarietà (PCP)
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Consiglio per la Pace e la Cooperazione portoghese (CPPC)
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Peace Initiative in South Africa
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Syrian National Peace Council
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US Peace Council (USPC)
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Vietnam Comitato Pace (VPC)
3) Da Antonino Pellitteri
I giornali libanesi di oggi danno grande risalto al XVI congresso dei paesi non allineati che si tiene a Teheran. E' sicuramente un importante riunione che costituisce uno spartiacque con i congressi precedenti. Sarebbe riduttivo affermare che si tratta soltanto del successo della diplomazia iraniana; senza dubbio l'Iran ha lavorato bene, giocando le sue carte di un grande Stato regionale, e la presenza di 120 delegazioni ad altissimo livello premia la politica iraniana, non fosse altro per le forti pressioni Statunitensi ed occidentali alla non partecipazione. Ma è un successo importante per più di un motivo riguardante le relazioni internazionali di oggi. Come ha sottolineato l'ayatullah Khamenei, capo spirituale della Repubblica islamica dell'Iran, il XVI congresso dei non allineati deve porsi l'obiettivo concreto di orientare una parte importante del mondo, i non allineati in Asia, Africa e America Latina, ma anche nella stessa Europa, nel contrasto del dominio di pochi potenti della terra, al fine di creare il nuovo ordine mondiale, come è nei fatti, su basi “giuste ed eque” contro il nuovo imperialismo. Non è più accettabile che alcuni, come accade da qualche decennio, continuino ad ingerire negli affari interni dei paesi sovrani – ribadisce Khamenei - col pretesto della lotta alle armi di distruzione di massa e dell'affermazione dei cosiddetti diritti umani, utilizzando il Consiglio di Sicurezza dell'Onu a proprio uso e consumo. Tale idea è accolta da tutti i partecipanti e dal nuovo ra'is egiziano che è intervenuto come presidente uscente dei non allineati. Il secondo motivo di successo è il riavvicinamento tra Iran ed Egitto dopo circa trent'anni. Reputo ciò un dato di grande interesse per le prospettive di stabilità regionale e l'evoluzione dei rapporti internazionali. Il risalto dato alla vicenda dalla stampa iraniana ed egiziana ne è una dimostrazione, così come il fatto che la ripresa dei rapporti venga considerata dall'Egitto “scelta strategica”. Non mi preoccuperei molto della parte del discorso che Mursi ha dedicato alla Siria, era quasi scontato, così come scontata è stata la protesta plateale della delegazione siriana guidata dal ministro degli esteri al-Mu'allim. Anche il plauso degli Usa per il “chiaro e forte monito” del presidente egiziano contro il regime siriano, fa parte del gioco. Mi sembra più importante quanto è emerso dai colloqui tra lo stesso Mursi e l'iraniano Ahmadi-Najad. 1) L'Iran è parte attiva per la soluzione delle crisi regionali, non può essere escluso; 2) le crisi regionali vanno risolte all'interno della regione senza interventi dall'esterno, sotto qualsiasi forma; 3) la crisi siriana va affrontata senza guerre e assecondando con il dialogo tra le parti il necessario processo di transizione pacifico. Certo, diverse sono state le sfumature tra i due leaders, ma la sostanza è condivisa da entrambi. La qual cosa non è la politica portata avanti dagli Usa, da Israele, da alcuni paesi europei, quali Francia ed Inghilterra, e da alcuni paesi arabi del Gofo. Vedremo pertanto in quali modi si potrà concretizzare la recente proposta dell'Egitto di riunire sulla Siria i quattro paesi interessati della regione: Egitto, Iran, Turchia e Arabia saudita. Sul tema è importante inoltre citare la proposta annunciata a Teheran dal delegato iracheno 'Ali Musawi a nome del capo del governo di Baghdad. L'Iraq è paese guida in questa fase della Lega araba. Il piano proposto da al-Maliki per la soluzione della crisi siriana prevederebbe: collaborazione al fine di formare un governo di transizione espressione di tutte le parti della società siriana, e con un presidente del governo da tutti condiviso. Il piano inoltre contempla la scelta di una personalità siriana accettata da tutti alla presidenza del tavolo di trattative tra governo ed opposizione, col fine di giungere ad una soluzione da tutti accolta. Ciò presuppone un forte appello, sostiene il delegato iracheno, alla fine della violenza causata “da tutte le parti contendenti” e un forte monito contro ogni intervento esterno negli affari siriani. Il tavolo delle trattative, aggiunge Musawi, lavorerà sotto gli auspici ed il controllo della Lega araba, e questa, assieme ad osservatori internazionali, avrà cura di garantire libere elezioni politiche che concluderanno la fase transitoria. Aspettiamo il comunicato finale del XVI congresso di Teheran su questi temi, come su altri di capitale importanza, quale continua ad essere la questione palestinese, wa inshallah khayr!